Caro signor Cocito,
cerco di rispondere alle sue numerose critiche punto per punto.
riferisce dei suoi tragitti verso la Sicilia: io posso riferire di un viaggio da incubo da Mendrisio a Stoccarda (447 km) per cui ci sono volute oltre 20 ore

Lei è molto sfortunato o molto inesperto: usando un qualsiasi software gratuito di pianificazione si capisce subito che il viaggio da Mendrisio a Stoccarda (traffico permettendo, rispettando i limiti, e usando la mia Hyundai Kona) richiede poco più di cinque ore, compresa un’oretta di soste per rifornimento. Se lei ce ne ha messe 20, si faccia delle domande (e si dia delle risposte).
Per di più, queste previsioni sono sempre molto prudenziali; se dovessi farlo in modo “competitivo” sono certo che riuscirei a metterci di meno, facendo leva sull’esperienza e su software un po’ più sofisticati di quello dell’esempio che magari mi consentano lettura in tempo reale di temperatura e consumo istantaneo. La zona da lei scelta è poi particolarmente ricca di stazioni di rifornimento, dunque nessun problema di attese o altro.
parliamo della questione dell’impatto in termini di CO2: quello di una elettrica può essere la metà (se l’energia viene dal nucleare e analizziamo i percorsi cittadini) o leggermente superiore (se l’energia viene del fossile e consideriamo le lunghe percorrenze) di un diesel di ultima generazione (confrontando due auto a parità di massa netta trasportata, prestazioni, autonomia e con tempi di ricarica “rapidi”).
Questa non è questione sulla quale si possano avere opinioni, ma solo conoscere i dati. I calcoli sull’impatto CO2e sul ciclo di vita (LCA: produzione, uso e fine vita) delle auto sono stati fatti centinaia di volte da ricercatori di tutto il mondo e le conclusioni sono univoche: le emissioni LCA provocate da una EV sono dal 50% al 75% inferiori a quelle di un’auto a combustione interna di caratteristiche equivalenti, a seconda del tenore carbonico dell’elettricità in un dato Paese.
Chi ha voglia di studiare qui trova un’intera raccolta di studi di questo tipo usciti negli ultimi tre o quattro anni.
il veto per le endotermiche è, rispetto al problema, una foglia di fico che distoglie solo l’attenzione dal problema reale: l’auto privata così come la conosciamo non è sostenibile. L’obiettivo dovrebbe essere di costringere le persone a NON usare l’auto privata se non è necessario (usando invece i mezzi pubblici) e a NON possederne una in ogni caso, noleggiando di volta in volta quella “idonea” (cioè quella ambientalmente meno dannosa, che non è un SUV per andare in centro a Milano, non è una Smart per fare Milano-Sestriere e non è una Tesla in alcun caso).
Devo ammettere che ho faticato un po’ a seguire il filo logico perché non ho capito cosa c’entri con l’argomento di cui si stava discutendo, ma sono d’accordo sulle sue conclusioni. Le dirò di più, ho pubblicato a più riprese analisi comparative sulla densità automobilistica in Italia, sia sul territorio che in rapporto agli abitanti, e il nostro Paese ne esce sempre male.


Dunque meno auto nelle città italiane a tutto favore del trasporto pubblico e della mobilità leggera, ma quelle poche, per favore, rigorosamente a zero emissioni locali!
impatto locale (microparticelle varie: PM10, PM2.5 eccetera) che, sempre “a parità del tutto”, è maggiore per una elettrica che per una endotermica (ibrida), per quanto questo sembri contro-intuitivo. Ebbene sì: se domani mattina tutte le auto Euro6 di Milano venissero magicamente sostituite da equivalenti elettriche l’aria di Milano diventerebbe PIÙ irrespirabile, parlo proprio dell’inquinamento locale da particolato, indipendentemente da come e dove vengono prodotte/smaltite le auto e l’energia per caricarle.
Questa, mi perdoni, è proprio solo un’opinione ed è solo sua. Se posso anche essere d’accordo che le emissioni di particolato da attrito degli pneumatici e asfalto sono sostanzialmente equivalenti tra termica ed elettrica, quelle da usura dei freni sono praticamente inesistenti, visto che – soprattutto in città – la stragrande maggioranza dei rallentamenti avviene SENZA toccare i freni (ma solo con inversione della polarità del motore e recupero dell’energia cinetica). Per non parlare delle inesistenti perdite di liquidi (ad es. lubrificanti o carburante incombusto) che nell’auto elettrica semplicemente NON CI SONO.
Lei lo sa che una parte non trascurabile del carburante utilizzato da un’auto a benzina non viene bruciato ma usato per controllare la temperatura delle camere di scoppio per poi essere disperso in forma nebulizzata nell’aria?
Come diceva Deming, “senza dati sei solo un altro tizio con la sua opinione” sempre legittima, ma lei lo sa cosa dice Harry Callahan delle opinioni, vero?
Lei conclude su una tirata sulla scarsa intelligenza dei legislatori; trattandosi delle sue opinioni (pur con i rilievi fatti appena sopra) non ho nulla da dire in merito se non ribadire la mia estrema contrarietà (e non certo da oggi) ad ogni forma di incentivo che, anche se nasce con le migliori intenzioni, finisce sempre per essere abusato.
Ma questa abitudine non è certo nata con l’auto elettrica !