Cosa ne penso oggi del nucleare?

Mi sono laureato in Ingegneria Nucleare nel 1981. Non ho mai esercitato la professione per cui ho studiato (catturato dall’informatica che ancora non avevo discusso la tesi) ma ho continuato a mantenere un interesse accademico nei suoi confronti, coltivato leggendo riviste scientifiche.

Nel 1987 votai CONTRO le centrali nucleari in Italia, ma oggi, occupandomi di Mobilità Sostenibile, le questioni relative all’energia in generale saltano fuori di continuo, e mi trovo spesso a sostenere una posizione apparentemente ambigua che per comodità riassumo in questo post.

Premetto una volta per tutte che non mi è stata rivelata nessuna verità messianica, sto solo articolando una posizione che – in uno slogan – è:

Sì al Nucleare, ma non in Italia

  • la fissione nucleare è una delle forme di generazione più pulite che finora l’uomo abbia messo a punto: consuma pochissimo combustibile (tant’è vero che il costo industriale dell’energia prodotta è essenzialmente determinato dall’ammortamento dell’impianto), produce pochissime scorie e non causa praticamente nessuna emissione nociva, men che meno gas serra, dei quali ne produce sul ciclo di vita ancor meno che l’idroelettrico o il fotovoltaico;
  • l’Uranio è relativamente abbondante sulla Terra, non concentrato in zone “calde”, ed economico;
  • ancor meglio dell’Uranio sarebbe il Torio, più abbondante e meno costoso e più diffuso; storicamente però dobbiamo ricordare che i milioni per perfezionare la prima pila nucleare Enrico Fermi li ricevette dai militari che da lui non volevano la pila, ma la bomba: il ciclo del Torio, infatti, non produce Plutonio come scarto, e niente Plutonio, niente bomba H. Si potrebbe ripartire daccapo, ma ci vorrebbero miliardi e attualmente nessun politico avallerebbe una spesa simile, neppure nei paesi ancora nucleari;
  • ovviamente un po’ di scarti ci sono, ma sono gestibili industrialmente senza difficoltà maggiori dei pestilenziali ed abbondantissimi scarti prodotti dalla combustione di idrocarburi fossili;
  • quasi tutti i problemi causati da centrali nucleari (Chernobyl e Fukushima in testa) sono causati direttamente o indirettamente dal fatto che, approfittando del fatto che gli NPP sono molto più piccoli di un equivalente impianto a gas o olio combustibile ed essendo state costruite in massima parte negli anni ’60/’70, si sono realizzate delle cittadelle fortificate per paura di attentati (mai verificatisi); un incidente con dispersione catastrofica di materiale radioattivo contamina in breve tempo l’intero impianto, rendendo la bonifica molto difficile e costosa (anche in termini di vite umane);
  • le condizioni idrogeologiche ideali per il posizionamento di un NPP però sono: territorio pianeggiante e sismicamente stabile, (grande) abbondanza di acqua, e insediamenti umani scarsi nel raggio di 15 km. Basta prendere una cartina dell’Italia per rendersi conto che queste tre condizioni non sono soddisfatte praticamente mai nel nostro paese, mentre lo sono nel sud della Francia, in Scozia, in Slovenia e molti altri luoghi;
  • così come non costruiremmo una diga nel deserto, non ha senso costruire NPP in Italia, ma ha senso importare l’energia che essi generano altrove, perché è proprio il sistema di interscambio di energia transfrontaliero uno dei fattori che garantisce stabilità alla rete nel suo complesso.
  • il fatto che nel 1987 il “popolo” (me compreso) abbia detto  “NO” al Nucleare a mio parere non conta una cippa, dato che il 99% di questo “popolo” non aveva la benché minima competenza sull’argomento, e il suo voto ha lo stesso valore che avrebbe quello di tutti i bambini del Paese che votassero sul codice della strada;
  • concludo con pessimismo: prima o poi il busillis della fusione nucleare controllata verrà risolto e l’argomento tornerà prepotentemente di moda: energia praticamente illimitata e prodotta con un combustibile a basso costo, ma….

One thought on “Cosa ne penso oggi del nucleare?

Leave a comment